La Cannabis fa male o no? Ecco le 6 cose che devi assolutamente sapere sulla Marijuana
Il dibattito sulla marijuana è un grosso problema di attualità che alimenta il crescente dibattito tra chi vorrebbe legalizzarla e i proibizionisti. Vediamo cosa emerge dagli studi
Ma cosa si intende se si parla di marijuana?
Prima di
iniziare vediamo però cosa si intende per marijuana. La parola marijuana è
composta dai due nomi spagnoli “Maria” e “Juana” (Giovanna). L’etimologia della
parola viene analizzata nell’Oxford Dictionary e risale alla lingua nahuatl con
il significato di “prigioniero”.
Se usata
come droga ricreativa, la cannabis si presenta in svariate forme: come erba
essiccata, in polvere, o infine sotto forma di resina o olio. La marijuana o
cannabis è più comunemente nota come stupefacente illecito venduto per le
strade sotto forma di erba essiccata.
Difatti quasi quattro adolescenti
italiani su dieci l’hanno provata almeno una volta nella vita, ed è il cuore di
uno dei più grandi traffici illegali al mondo tanto da essere la sostanza illecita
più consumata in Europa (basti pensare che il consumo o possesso per uso
personale rappresenta circa i tre quarti di tutti i reati connessi alla droga).
Nonostante ciò non sono da sottovalutare i numerosi benefici medici che questa
sostanza è in grado di dare.
Ma la Cannabis fa male, si o no?
L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), nella sua ultima pubblicazione sull’argomento - che non ha riguardato i casi di utilizzo di cannabis a scopi medici - ha specificato che con un consumo a lungo termine possono esserci effetti su memoria, pianificazione, processo decisionale, velocità di risposta, coordinazione motoria, umore e cognizione e se consumata in età adolescenziale si incorre a possibile schizzofrenia.
Lo studio ha inoltre cercato di rispondere anche alla questione della dipendenza. La ganja (il termine hindi per cannabis) ha
un rischio di dipendenza pari al 10% di cui 1 su 6 negli adolescenti e 1 su 3
su chi ne fa uso quotidianamente. Tuttavia c’è da dire che alcune droghe legali
creano molta più dipendenza (es. nicotina e alcol).
Un altro argomento
trattato dallo studio è il rischio di acquisire tumori a causa del consumo di
cannabis. Tuttavia c’è da dire che il metodo più diffuso per consumare la
cannabis è quello di mischiarla col tabacco al fine di favorirne la combustione.
A riguardo l’Oms conclude: "Fumare un mix di cannabis e tabacco può
aumentare il rischio di cancro e di altre malattie respiratorie, ma è stato
difficile capire se i fumatori di cannabis hanno un rischio più elevato, al di
là di quella di fumatori di tabacco".
La cannabis e il THC
Noto anche
come tetraidrocannabinolo, è il prodotto chimico che causa gli effetti
psicologici della marijuana. Ma vediamo più nello specifico:
Il THC può
modificare il comportamento di una persona collegandosi ai recettori delle
cellule nervose e andando così ad alterarne l’attività. I recettori di
cannabinoidi sono concentrati in alcune regioni del cervello ma anche i nervi
presenti nelle altre regioni del nostro corpo ne sono provvisti.
In
conseguenza di ciò il THC può alleviare il dolore e influenzare il modo in cui
il cervello elabora e costruisce nuovi ricordi; così facendo può causare
allucinazioni o illusioni nel soggetto che lo assume o modificarne il pensiero.
Secondo il
NIDA (istituto statunitense per la lotta alle tossicodipendenze) l’uso del THC
può anche causare alcuni sintomi schizofrenici.
Notoriamente il composto chimico può anche suscitare un certo “languorino” in quanto stimolatore dell’appetito, motivo per cui è efficace per il trattamento del vomito e della nausea. Il THC induce inoltre uno stato di rilassamento in chi l’assume, andando anche ad influenzare il suo senso dell’olfatto, della vista, dell’udito, causare stanchezza e, in taluni soggetti, attenuare la risposta sintomatologica agli stimoli esterni. Ovviamente in tutto ciò gioca un ruolo molto importante la genetica.
Notoriamente il composto chimico può anche suscitare un certo “languorino” in quanto stimolatore dell’appetito, motivo per cui è efficace per il trattamento del vomito e della nausea. Il THC induce inoltre uno stato di rilassamento in chi l’assume, andando anche ad influenzare il suo senso dell’olfatto, della vista, dell’udito, causare stanchezza e, in taluni soggetti, attenuare la risposta sintomatologica agli stimoli esterni. Ovviamente in tutto ciò gioca un ruolo molto importante la genetica.
Sino ad ora abbiamo parlato degli effetti della
cannabis controllata, pura, ma come sono le cose nel mercato illegale?
Ebbene, nel mercato illegale la cannabis trattata chimicamente (“bagnata” come si direbbe nelle forme gergali) circola senza controlli. Parliamo di piante trattate con sostanze altamente nocive quali piombo, alluminio, ferro, cromo, cobalto ed altri metalli pesanti che costituiscono un enorme pericolo per la salute dei consumatori che, solo in Italia sono 4 milioni.
I favorevoli alla legalizzazione ritengono che il problema possa essere risolto togliendo la sostanza di mano alla criminalità organizzata; secondo la Direzione Nazionale Antimafia così facendo si eliminerebbe un monopolio che regala alle mafie ben 9,5 miliardi di euro l’anno.
La cannabis ad uso terapeutico
Tuttavia della
cannabis si riconoscono i numerosi effetti positivi che essa ha nel suo impiego
come medicinale, eccone alcuni:
- Benefici
sul dolore cronico
- Artrite
- Tremori
del Parkinson
- Malattie
come la Sla
- Ridurre
gli effetti collaterali della chemioterapia
- Trattamento
del disturbo post-traumatico da stress e dell’ansia
- Stimolare appetito e gusto
nei pazienti affetti
da tumore
- Migliorare la sintomatologia nella terapia del dolore neuropatico a lungo
termine (dolore che si ripercuote sul sistema nervoso causando danni
cronici)
- Possibilità di alleviare il dolore dopo un intervento chirurgico di
grossa entità
- Rallentare
la crescita del tumore prostatico
- Alleviare i sintomi della dermatite
I rischi per la salute sono per lo più da collegarsi ai cannabinoidi sintetici decisamente più tossici, droghe che si legano agli stessi recettori cerebrali su cui agisce il THC presente si nella cannabis naturale, ma che nella cannabis trattata può raggiungere percentuali molto più elevate. L’Oms dichiara: "Tanto che a loro carico sono stati segnalati avvelenamenti di massa e addirittura decessi".
La situazione in Italia
In Italia secondo un’indagine di Espad Italia (The European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs), contenuto nella Relazione annuale del Dipartimento politiche antidroga , il 34% degli studenti italiani di 15-19 anni (maschi 38%, femmine 28%) ha provato la "maria" almeno una volta nella vita. Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Sardegna sono le regioni in cui è stata più consumata.
Nonostante la cannabis sia quindi così utilizzata, in Italia le idee non sono ancora chiare sull’argomento. Vi sono infatti troppi pareri discordanti, troppe domande senza risposta e soprattutto una leggerezza non meritata che viene affibbiata all’argomento.
Io
personalmente vi invito a riflettere prima di compiere un’azione di cui non
potete conoscere le conseguenze. Alcuni dicono: “fumarsi un pacco di sigarette
fa meno male che fumarsi uno spinello”. A questo paragone rispondo io con un
altro altrettanto sciocco: è meglio farsi dare 10 schiaffi o un cazzotto ben
dato? Chi lo sa, ma volete veramente provare?
E voi? Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!
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Pawing News non giustifica, non sostiene e non promuove l'uso lecito o illecito di qualsiasi droga. Pawing News non può essere ritenuto responsabile per il materiale a cui fanno riferimento i link che promuovono o sostengono l'uso lecito o illecito di droghe e altre attività illegali.
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Fonti:
Fonti immagini:
~A cura di Francesco Dettori
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