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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

Natura: aria sana o discarica a cielo aperto?

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Si parla dunque di inquinamento, la foto ritrae un orso alla ricerca disperata di cibo all’interno di una discarica abusiva a cielo aper to. È stata scattata da Troy Moth e   il paesaggio aspro, il fumo dietro l’orso,   il capo chino,   la natura devastata dai rifiuti e il senso di isolamento danno l’idea di apocalisse.   È una foto molto significativa perché in grado di evocare un discorso che va al di la del singolo commento che è possibile affibbiare ad un’immagine, rimanda difatti a un tema molto più complesso.  Rinvia   al problema dell’inquinamento, dell’eccessiva urbanizzazione e dell’uso forsennato delle risorse naturali.     Gli effetti dell’eccessiva urbanizzazione sulla natura Da secoli l’uomo, nello svilupparsi delle civiltà, ha iniziato un processo di urbanizzazione, ammassandosi in comunità. Il problema è comunità popolose hanno bisogno di ingenti quantità di risorse e nel prelevarle, spesso, si distrugge la natura o la si sfrutta in maniera esagerat

H&M, in calo l'utile netto

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E si, oggi si parla del colosso svedese H&M (Hennes & Mauritz ), ma prima di iniziare, sapete tutti cosa è l'utile netto? L'utile è netto quando indica il vero risultato positivo conseguito dall'impresa, ovvero che al termine dell'esercizio una parte di utile verrà impiegato come funzione di riserva legale, statutario, copertura di eventuali perdite, etc. Al termine di queste detrazioni l'utile è divenuto ormai netto e viene ripartito tra i vari soci.  Ma cosa c’entra tutto ciò con l’articolo? Ebbene il gruppo svedese di abbigliamento ha riscontrato un calo dell’utile netto del 20% nel terzo trimestre. Difatti si stanno riducendo le vendite reali a favore di quelle online che sembrano invece aumentare, (l’ennesima dimostrazione di quando il mondo sta essendo plasmato dal Web ). Questo ha spinto i soci dell’azienda alla creazione di un nuovo marchio, chiamato Arket . "Il settore della moda si trova in un periodo di cambiamenti vasti e rapidi come

Mass Media: tra Fake News e realtà

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Oggi parliamo dei Mass Media e vi pongo questa domanda: come  mai, in un mondo in cui siamo sempre interconnessi e aggiornati su tutto,  regna la disinformazione? La risposta è semplice, viviamo infatti in un epoca in cui ci si ferma più sul ciò che sembra, che sul ciò che è.  Difatti le istituzioni che gestiscono l'informazione, al fine di avere un pubblico, devono proporre le informazioni in modo tale che vi sia un misto tra informazione e teatralità. Il problema è che ultimamente la teatralità sta superando l'informazione. Un esempio recente è stato il caso riguardante la Blue Whale, le  Iene  avevano infatti creato una vera e propria isteria di massa, spargendo panico e disinformazione in tutta Italia. Quindi  prima di prendere come vere le informazioni che ci vengono date, invito tutti a osservarle prima con raziocinio, con senso di critica e osservazione o si rischia di sprofondare nella disinformazione di massa, che non può far altro se non creare disordini e problemi

Smartphone: oggetti o parti del corpo?

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Oggi si parla dei telefoni, sono  normali oggetti o possono essere considerati alla strenua di parti del corpo? A mio parere viviamo in una società plasmata intorno a questi oggetti, cosa che li rende essenziali nella vita di tutti i giorni.  Il  mondo è stato quindi totalmente rivoluzionato con l’avvento degli smartphone e a meno che non si intenda vivere in una foresta, è impossibile oggigiorno trascorrere un’esistenza tranquilla essendo inseriti in una comunità senza possedere almeno uno di questi oggetti. Ecco qualche motivazione:         Ci si mostrerebbe diversi e si sa che l’uomo per natura ha paura di tutto ciò che non conosce.         Sarebbe estremamente scomodo, le istituzioni che reggevano la vita senza smartphone ora sono svanite poiché  rimpiazzate da questi ultimi, sarebbe quindi difficile comunicare a distanza, ottenere le informazioni in tempo reale ed essere accettati nei vari gruppi.          I telefoni sono diventati oggetti così performanti che noi stessi,

La società che controlla la vostra anima

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Oggi parliamo della  società odierna, l’istituzione che vi controlla l’anima. Potrebbe sembrare esagerato detta così ma riflettiamo assieme: già da piccoli si viene iniziati al processo per poi, da adulti, venir ingabbiati nel loop della corsa del topo . Ma come funziona tutto ciò? Beh basti pensare che nonostante quel che si dice, a scuola, la gran parte degli alunni, studia per il conseguimento della verifica, con più esattezza, del voto. In base alla valutazione dipende il nostro umore (siamo felici se otteniamo un buon voto ma diventiamo tristi se prendiamo una valutazione negativa) e le nostre emozioni, una cosa che gestisce questi due fattori, non sta forse controllando la nostra anima? In questo modo si diventa dipendenti dalle valutazioni, dal proprio lavoro, dal denaro. Dal proprio lavoro perché si tende a lavorare sempre più duramente nella speranza di ottenere un aumento o un avanzamento di carriera; ma sia in caso di fallimento che di successo, ecco che le nostre emozion

Scuola, menti brillanti o gregge di pecore?

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Parliamo quindi del sistema scolastico, crea menti brillanti o una massa omogenea che non ha vita se tolta dal suo sistema di riferimento? Decisamente la seconda, difatti si tende sempre ad omogenizzare la massa, a far arrivare tutti allo stesso punto e nello stesso modo. Il motivo è che le masse omogenee sono a livello politico, economico e sociale, più facilmente controllabili. Non a caso sono state rimosse da quasi tutti i licei due materie fondamentali, diritto ed economia. È stato dimostrato che la gran parte dei casi di povertà sono dovuti all’ignoranza riguardo la gestione del denaro e la conoscenza dei propri diritti. Come può un ragazzo destreggiarsi nel mondo del lavoro, dopo la scuola, senza nemmeno conoscere l’ABC finanziario? Come può un ragazzo protestare per il licenziamento o andare a votare senza sapere minimamente cosa comporta? È semplice, non può. È come se la società odierna fosse composta da un gregge di pecore, se salta una, lo fanno quasi tutte. Non conoscendo